PILLOLE. STORIE DI FARMACI, MEDICI, INDUSTRIE.

Add Editore

Recensione di M. BOBBIO

“Non è un libro contro l’industria farmaceutica e neppure contro i farmaci” scrivono nelle prime righe Guido Giustetto (medico di Medicina Generale e presidente dell’ordine dei Medici di Torino) e Sara Strippoli (giornalista de La Repubblica) nel libro Pillole uscito da Add Editore.
Gli autori si propongono di documentare con decine di esempi come si sia rotto il “patto etico implicito tra industria del farmaco e la società, grazie al quale veniva preservato un equilibrio tra la necessità (e il diritto) di fare profitti da parte dell’industria e l’utilità sociale di suoi prodotti”. La vicenda del sofosvubir (il farmaco che elimina il virus dell’epatite) viene descritto come emblematico di un mercato che impone un prezzo di vendita enorme (41.000 € per un trattamento)non giustificato dalle spese di ricerca e produzione, ma imposto per ricavare enormi profitti prima che arrivino altri competitori.

Decine di altre storie, narrate con la leggerezza di una cronaca giornalistica, permettono di ricostruire il puzzle di un sistema, che incentiva i medici a prescrivere, sovrastandoli di notizie portate dagli informatori farmaceutici (eufemismo per coprire il loro vero ruolo di rappresentanti di medicine), organizzando convegni quanto meno compiacenti e su un altro versante condiziona i cittadini a diventare consumatori con ben articolate strategie di marketing. A questo proposito è tragicamente comica è la vicenda dei giornalisti olandesi che, per dimostrare come le industrieinducono il bisogno di trattamenti inventando malattie, essi stessiin poche settimane siano stati in grado di catturare l’attenzione dei media su un disturbo inventato e reso appetibile con dati fittizi, titoli allarmistici, prospettive di cura. Giustetto e Strippolisvelano i meccanismi con cui viene svolta la pubblicità nascosta, introducendo nei serial televisivi situazioni che richiamano la necessità di un certo farmaco, descrivono i retroscena delle visita dei rappresentanti di medicine, come vengono reclutati gli opinion leader che si fanno pagare lautamente per presentare in modo convincente i vantaggi di un prodottoo come vengono finanziate la associazioni di ammalati per che faranno pressione sui governi per far rimborsare nuovi farmaci. Il patto etico si è rotto: medici, cittadini e pazienti devono imparare a riconoscere i meccanismi perversi che creano un esercito di sani preoccupati e a sviluppare strategie di consapevolezza che permettano di controllare le ricerche cliniche, rendere pubblici i pagamenti ai medici, abolire l’informazione diretta delle industrie e sostenere le riviste indipendenti.

Torino 2017 – pag. 174 € 16

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