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Il “Decalogo” FADOI per una slow medicine1

FADOI

Le raccomandazioni generali degli internisti ospedalieri per una medicina sobria, rispettosa e giusta

  1. Nel paziente internistico complesso e con co-morbilità multiple esercita una proattiva selezione delle priorità, ordinando i vari problemi rispetto al loro effettivo valore clinico.
  2. Limita la richiesta di consulenze specialistiche a quelle effettivamente necessarie rispetto ai risultati attesi.
  3. Prima di richiedere accertamenti nuovi, verifica: se sono già stati effettuati in precedenza e quando; quali informazioni aggiuntive essi possono effettivamente dare al medico nelle decisioni per la gestione del paziente e quali rischi si corrono.
  4. Informa e coinvolgi il paziente nella cura e nelle scelte che lo riguardano: cerca di personalizzare la gestione della malattia e della terapia, in funzione dei bisogni attivi e reali del paziente, dei suoi valori e delle sue giuste preferenze, nonché dei potenziali rischi. In base alle migliori conoscenze disponibili cerca di esplicitare: quali obiettivi clinici possono essere realisticamente perseguiti e quali possono essere le potenziali richieste improprie da parte del paziente e dei suoi famigliari.
  5. Nelle ultime fasi di vita del paziente internistico, astieniti da procedure e/o esami invasivi. Seleziona le cure in base alla necessità di garantire un’adeguata qualità di vita e il trattamento efficace del dolore.
  6. Esercita la “riconciliazione”2 terapeutica all’ingresso del paziente in ospedale, alla sua dimissione e ad ogni visita ambulatoriale.
  7. Per il trattamento di patologie croniche, in particolare per i nuovi pazienti, usa i farmaci equivalenti, in base alle caratteristiche del paziente, della malattia e dei principi attivi.
  8. Pianifica la dimissione fin dall’ingresso del paziente in ospedale, sulla base: della valutazione globale del paziente (clinica, funzionale, psicologico-cognitiva, economico-sociale e famigliare), dell’individuazione dei casi di “dimissione difficile” e delle risorse disponibili nel territorio per la continuità assistenziale.
  9. Alla dimissione dall’ospedale riduci il più possibile il numero dei farmaci prescritti rispetto a quelli già assunti a domicilio prima del ricovero.
  10. Alla dimissione dall’ospedale fornisci al paziente, ai famigliari e ai caregivers i riferimenti necessari per l’autogestione della malattia (quando possibile), delle medicine e dei presidi necessari; evidenzia i sintomi e i segni da controllare per prevenire un peggioramento e ricorda i riferimenti su a chi rivolgersi in caso di bisogno, le modalità e gli appuntamenti per il dopo-dimissione, i servizi domiciliari attivati o da attivare.

Note

1 www.slowmedicine.it

2 Riconciliazione: è il processo che partendo dal confronto tra la lista dei farmaci assunti dal paziente, come risultanti dalla ricognizione, e quelli che dovrebbero essere somministrati al paziente nella particolare circostanza, permette di giungere alla formulazione di una decisione prescrittiva farmacologica corretta.

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maggio 2013

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