Cambiamenti climatici e pandemie: cambiare prima che sia troppo tardi

Le proposte per il Recovery Plan da parte di un gruppo di esperti in Ambiente e Salute, inviate a tutte le Istituzioni nazionali e regionali.

Tutti gli organismi scientifici nazionali e internazionali sono concordi nel ritenere che i mutamenti climatici conseguenti al riscaldamento terrestre rappresentano la più grande minaccia per la salute dell’uomo. Tali mutamenti, infatti, sono responsabili di molti effetti avversi quali la perdita della biodiversità, l’estinzione di specie animali e vegetali, la desertificazione, la diminuzione delle riserve idriche, l’erosione del suolo, la genesi di eventi meteorologici estremi,  l’aumento delle resistenze batteriche e la diffusione di epidemie.

Appare sempre più evidente la connessione tra l’attuale pandemia, il riscaldamento terrestre e la perdita di biodiversità.

È dunque indispensabile che gli investimenti previsti dal Recovery Plan siano prioritariamente indirizzati verso la tutela dell’ambiente e della biodiversità in ossequio all’approccio sistemico denominato “One Health”. Secondo tale approccio la salute riguarda la vita in tutti i suoi aspetti, e pertanto i diversi settori dell’organizzazione sociale (economia, commercio, trasporti, urbanistica, agricoltura, lavoro, istruzione, salute, ecc.) devono integrarsi e cooperare per il raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi.

Vengono presentate proposte di miglioramento da introdurre nel Recovery Plan

Slow Medicine ha aderito a questo documento alla cui stesura hanno partecipato Antonio Bonaldi e Sandra Vernero, e invita associazioni e singoli cittadini ad aderire.

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