A Castelfranco Veneto ricordando Gino Lusiani

Un anno … ieri per tutti noi … Ginetto Lusiani ci ha lasciati … una tristezza infinita.  Un anno e ci manca ancora tantissimo.

Sabato 26 marzo, nel suo Ospedale a Castelfranco, le persone che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui, lo ricordano insieme ai suoi familiari e ai suoi tanti amici.

Chi lo ha conosciuto ha sempre apprezzato la sua competenza professionale, vissuta con discrezione e desiderio di condividere le conoscenze; un percorso di vita di lavoro che nasce all’Università di Padova, a Seattle nel “tempio” della medicina vascolare, fino ai lunghi anni a Castelfranco.

Ha saputo condividere con tutti la sua idea di “buona medicina”, facendola diventare anche la nostra.  Una medicina sicuramente rigorosa nel rispetto di raccomandazioni e Linee Guida, ma che riconosceva il tempo della cura, la comunicazione, il rispetto delle regole e della dignità delle persone, il saper coinvolgere pazienti e colleghi come punti fondamentali del suo fare il medico, lavorando con l’umiltà dell’intelligenza combattendo l’arroganza dell’ignoranza.

Quando pensiamo a un medico “slow” pensiamo a Gino Lusiani, a lavorare più lentamente, più in profondità, più dolcemente … per una medicina che lui voleva attenta ai bisogni di salute delle persone, una medicina che rispetta l’ambiente, una medicina giusta.  Fare il medico “con cura” vuol dire essere scrupolosi, fare la cosa giusta (il decidere di non fare è qualificante), saper pensare in modo nuovo.  Ci ha ricordato molte volte che la salute è un bene comune, un diritto, ma anche un dovere.

E tutto questo suo fare il medico con un’attenzione un amore infinito per la sua “grande famiglia”, che negli ultimi anni si arricchiva con l’arrivo dei nipotini, un’esplosione di gioia che condivideva con tutti noi.

Ci ricordava, dopo aver letto Essere Mortale di Atul Gawande, che “morire è naturale, è parte della nostra prospettiva biologica, qualcosa con cui fare i conti senza esorcismi”.  Quanto questo momento della vita è stato parte importante dei suoi interessi negli ultimi anni, lo ricordano i suoi scritti sul fine vita, la resilienza, la dignità della morte.

In un suo ricordo si dice: “piangete per me solo per un po’, e poi il bello che mi ha attraversato, tenetelo sempre acceso a lungo dentro di voi”

Ginetto ci mancherà sempre, siamo tristi ma non c’è silenzio nei nostri cuori, perché è sempre con noi, con il suo sorriso.

Sentiamo il dovere e la responsabilità di continuare a portare avanti i suoi pensieri e i suoi sogni

   Grazie per quanto ci continui a regalare

   Il Direttivo di Slow Medicine

N.B. La prenotazione è obbligatoria

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