BOMBE, INGRANAGGI, SASSOLINI E RETI: SLOW MEDICINE E GLI ASPETTI SISTEMICI DI UN PROGETTO DI CAMBIAMENTO

di Silvana Quadrino

Potremmo cominciare con un sondaggio (virtuale): alla domanda “serve davvero un cambiamento nella medicina, nei modelli di cura, nel sistema sanitario? ” sono certa che la stragrande maggioranza degli intervistati risponderebbe di sì. E poi seguirebbe un “ma”: ma tanto nella situazione economica attuale è impossibile; ma prima bisognerebbe cambiare l’università, le modalità di formazione, l’ECM; ma bisognerebbe convincere i politici; ma con i tagli al personale e alle strutture è già molto se si riesce a fare quello che si è sempre fatto. La prima valutazione istintiva di una proposta di cambiamento è in termini di costi: e la sensazione, sempre istintiva, è che cambiare costi troppo. La seconda, più consapevole, è che il cambiamento sia faticoso e forse in fondo non sia proprio così urgente: perché cambiare adesso? E perché proprio noi?

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