Perché in medicina si fanno cose inutili e dannose?

Salute e benessere non dipendono dalla quantità di beni e di servizi consumati

di A. Bonaldi

 

1. La crisi della medicina e del servizio sanitario

La medicina fa moltissime cose utili a cui non potremmo rinunciare senza compromettere seriamente la nostra salute e di cui medici e operatori sanitari sono giustamente orgogliosi. La tutela della salute è uno dei diritti garantiti dalla costituzione e rappresenta un importante indicatore di civiltà e di sviluppo di un Paese. Difendere e finanziare adeguatamente il nostro Servizio Sanitario (che all’estero molti ci invidiano) è pertanto un dovere di tutti.

L’Italia spende per la salute l’8,8 % del Prodotto Interno Lordo (PIL), più o meno come la media dei Paesi dell’OCSE. Tuttavia i costi sono in continuo aumento e le risorse destinate alla sanità si dimostrano sempre più insufficienti a garantire l’accesso a cure di buona qualità per tutti.

I problemi che affliggono il mondo sanitario sono tantissimi. Basti ricordare le lunghe liste d’attesa per accedere a visite ed esami diagnostici, il cronico affollamento dei servizi di pronto soccorso, l’insufficiente disponibilità di cure domiciliari per i pazienti affetti da patologie croniche, l’inadeguatezza dei servizi di salute mentale, i fenomeni di migrazione sanitaria, le carenze di personale e molto altro ancora.

Ad ogni buon conto, discussioni e proposte per cercare di porre rimedio al perdurare della crisi del sistema delle cure si concentrano puntualmente su questioni che riguardano la mancanza di risorse, gli assetti istituzionali e le inefficienze organizzative. Raramente si mettono in discussione l’utilità e l’efficacia delle prestazioni erogate. Eppure, di fronte alla cronica carenza di mezzi, la prima cosa da fare sarebbe quella di individuare e rimuovere le prestazioni di scarso o nullo valore clinico per riallocare le risorse verso cure di riconosciuta efficacia.

 

2. Dove si annidano gli sprechi?

Che in sanità vi siano degli sprechi è cosa risaputa. I dati disponibili li calcolano nel 20-30% delle spese sanitarie correnti1-2. Una cifra enorme, che secondo un recente Rapporto del Gimbe equivarrebbe, per il nostro Servizio Sanitario, ad oltre venti miliardi di euro all’anno. Tra i diversi tipi di sprechi (inefficienze organizzative, acquisti a costi eccessivi, frodi, ecc.) la voce più significativa è rappresentata dall’effettuazione di prestazioni sanitarie inutili.

Le prestazioni di questo tipo sono tantissime e ampiamente documentate dalla letteratura scientifica, ma nessuno sembra intenzionato ad arginare un fenomeno così singolare, anzi pare proprio che l’interesse prevalente sia di segno opposto. Ecco qualche esempio.

Esami preoperatori: le più accreditate lineeguida disponibili ci informano che per la maggior parte degli interventi chirurgici (praticamente tutti quelli che si fanno in day-surgery) non serve eseguire alcun esame di routine (test di laboratorio, ECG, radiografia del torace, ecc.). Eppure in tutti gli ospedali sono allestiti “efficienti” servizi di pre-ricovero dove i pazienti sono regolarmente sottoposti ad una lunga serie di esami clinici di nessuna utilità, dedicando a questo scopo personale, spazi e risorse che potrebbero essere impiegati ben più utilmente3. Ci vorrebbe davvero poco per smontare tutta questa fiera dell’inutile, ma tant’è!

Artroscopia del ginocchio: si tratta di una delle procedure chirurgiche più diffuse. In Italia se ne contano più di settantamila all’anno. Questa tecnica, nel caso di lesioni osteoartritiche (una tra le indicazioni più comuni) si è ripetutamente dimostrata non più efficace della semplice terapia fisica ed espone peraltro, soprattutto i pazienti anziani, al rischio di diverse complicanze4. Non sarebbe meglio informare correttamente i pazienti dei rischi e dei benefici dell’intervento?

Esami diagnostici per il mal di schiena: il mal di schiena è un problema di salute molto frequente. Purtroppo, per il comune mal di schiena la medicina non dispone di efficaci cure specifiche, ma fortunatamente i sintomi, salvo casi molto particolari, scompaiono da soli nel giro di qualche settimana. Tuttavia, i pazienti continuano ad eseguire di routine indagini diagnostiche (radiografia, Tac e Risonanza magnetica) che la letteratura scientifica è concorde nel ritenere di nessuna utilità pratica5. Attenendoci a ciò che si conosce potremmo allo stesso tempo, risparmiare risorse, alleggerire le liste d’attesa e diminuire l’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Check-up: è stato ripetutamente dimostrato che l’esecuzione periodica di esami di laboratorio e strumentali in soggetti asintomatici, un metodo diffusissimo per individuare malattie in fase precoce, non offre alcun vantaggio per la salute; anzi, a causa della sovradiagnosi e del sovratrattamento si è dimostrato dannoso per la salute6. Eppure, basta aprire Google per rendersi conto di quanto sia facile adescare le persone con proposte tanto seducenti quanto ingannevoli.

PSA: molti studi e una recente meta-analisi7, hanno dimostrato che gli uomini che eseguono il PSA come test di screening per il cancro della prostata, a fronte di una piccola riduzione della mortalità specifica, aumentano in modo significativo la loro probabilità di avere una diagnosi di cancro della prostata (con tutto quello che ne consegue), senza prolungare la sopravvivenza. In pratica chi si sottopone al test, non cambia la sua probabilità di morire entro un certo tempo ma, nel caso risulti positivo, corre il rischio di vedersi rovinata per sempre la vita a causa degli effetti dannosi associati alla terapia chirurgica e radioterapica (disturbi della minzione, incontinenza, impotenza sessuale). Nonostante ciò il test continua ad essere ampiamente pubblicizzato e prescritto come utile mezzo di prevenzione.

Vitamine e integratori: fatta eccezione per rare situazioni di carenza, non c’è alcuna dimostrazione scientifica che assumere vitamine, sali minerali e integratori dietetici migliori le nostre difese contro le infezioni, ci protegga dal cancro, dalle malattie cardiovascolari o semplicemente ci faccia sentire più in forma8. Tuttavia, il mercato di questi prodotti è in ottima salute. Nel 2018 ne ha fatto uso il 65% della popolazione italiana9 che si mostra assolutamente indifferente al fatto che i presunti benefici siano del tutto illusori.

Ci fermiamo qui, ma gli esempi potrebbero continuare ancora a lungo, evidenziando centinaia di interventi chirurgici, procedure sanitarie, test di laboratorio, indagini diagnostiche e farmaci che oltre a danneggiare le persone a cui sono indirizzate rappresentano un ingente fonte di spreco.

 

3. Perché non si interviene?

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