NOVEMBRE 2022
MASSIMILIANO MARINELLI (ED.) – DIZIONARIO DI MEDICINA NARRATIVA. PAROLE E PRATICHE. MORCELLIANA EDIZIONI, BRESCIA
Recensione di Marco Bobbio.

Settantun lemmi scritti da 44 autori, come pezzi di un puzzle per comporre un’immagine completa della Medicina Narrativa, che da qualche anno ha si è sviluppata anche in Italia. L’interesse del Dizionario deriva dalla necessità di puntualizzare gli ambiti nei quali si studia, si indaga e si pratica la Medicina Narrativa; questa espressione, infatti, può evocare concetti e aspettative diverse, essendo nata dal contributo di ambienti culturali e scientifici eterogenei. Per rappresentare il contesto nel quale si colloca questa nuova disciplina, la scelta dei lemmi è stata molto ampia, aggiungendo ai temi classici, argomenti come l’Antropologia, il Benessere, la Filmografia, la Linguistica, le Malattie Rare, Slow Medicine.
Data l’affinità degli ambiti della Medicina Narrativa con quelli di Slow Medicine, nel Dizionario si possono trovare molti concetti esplorati e sviluppati da entrambi i movimenti, come la comunicazione, gli aspetti etici della cura, il rapporto con l’Evidence Based Medicine, l’empatia, la fiducia e le Medical Humanities (queste due voci analizzate con la solita competenza e approfondimento da Sandro Spinsanti), gli spazi di cura, il rapporto medico/paziente, il concetto di tempo necessario per una adeguata comunicazione.
Anche se alcune riflessioni sono comuni, certe caratteristiche distinguono la Medicina Narrativa da Slow Medicine. La prima si è consolidata (rifacendoci alla definizione data dalla Conferenza di Consenso organizzata nel 2015 dall’Istituto Superiore di Sanità) come un disciplina  basata su una specifica competenza comunicativa nella quale la narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura e, come sostiene Rita Sharon, si tratta di una “pratica clinica e concettuale arricchita dalla capacità di comprendere e onorare le storie complesse che vengono raccontate nell’assistenza sanitaria”. Slow Medicine invece si configura come un movimento di idee che propone una medicina basata sui principi di sobrietà, di rispetto delle persone e di giustizia nell’erogazione dell’assistenza, integrando la medicina basata sulle prove di efficacia con le medical humanities. La spinta alla fondazione di Slow medicine è stata la constatazione da una parte che la sanità si è progressivamente allontanata dai suoi principi ideali per assoggettarsi alle regole del mercato e alle esigenze della tecnologia e dall’altra che salute e malattia non sono solo un problema esclusivamente medico, ma dipendono dall’interazione tra molteplici elementi in una visone sistemica: biologico, psichico, spirituale, sociale, ambientale. Entrambi i movimenti sottolineano la necessità di ricuperare il rapporto fiduciario tra un paziente e un medico, attraverso la condivisione di competenze, esperienze, aspettative, vissuti.
Come ogni dizionario che si rispetti, ogni voce costa di una definizione, di una descrizione, della evoluzione storica e della valutazione delle prospettive, il tutto corredato da una selezionata ed essenziale bibliografia di una decina di voci.

 

Scopri di più