Commento e registrazione del web meeting del 22 settembre “Cure primarie, salute delle comunità e PNRR – Slow Medicine ne parla con Gavino Maciocco, Elena Rubatto e Paola Arcadi”

Curiamo malattie o curiamo malati?

Curiamo la salute o curiamo la malattia?

Facciamo prescrizioni o ci prendiamo cura delle persone, la cui salute è strettamente legata a quella delle comunità?

Ci occupiamo di bisogni di salute o soddisfiamo domande indotte di prestazioni?

Chi governa? Chi controlla?

Chi stabilisce le strategie per la salute del paese e delle comunità locali?

Pensiamo, come Slow Medicine, che queste domande siano essenziali per inquadrare i temi trattati nel web meeting del 22 settembre “Cure primarie, salute delle comunità e PNRR” e in generale il tema delle cure di comunità.

Abbiamo appreso da Gavino Maciocco che il PNRR attribuisce fondi e detta alcune linee su Case di Comunità, assistenza domiciliare e Ospedali di Comunità ma che il modello strategico dovrà essere individuato dal Ministero entro fine ottobre. Sarà centrato sulla presa in carico delle persone e delle comunità o sull’erogazione di prestazioni?

Ci congratuliamo con i protagonisti della campagna “Primary Health Care: now or never” per il complesso lavoro di redazione del “Libro Azzurro”, come riferito da Elena Rubatto. Si delinea un modello teorico di riferimento per una assistenza di base basata sui principi di Alma Ata, integrata e non frammentata, proattiva e che parta dalla valutazione dei bisogni di salute. Saremo felici di contribuire alla sua diffusione ed eventuale integrazione.

Concordiamo con Paola Arcadi sulla necessità di costituire una rete di professionisti, che deve trovare la modalità di lavorare in équipe.

Riteniamo infine che sia fondamentale partire da un corretto modello organizzativo delle cure di comunità: tipologia di contratto dei professionisti e modalità di formazione ne dovranno rappresentare la conseguenza logica, e andranno individuati con la partecipazione e il contributo dei professionisti, partendo dall’analisi dell’esistente e mettendo al centro la qualità della relazione tra i professionisti, i pazienti e la comunità.

Sarà inoltre necessario sperimentare e valutare modelli in modo da avere dati sui quali discutere, comprendendo l’opinione degli operatori e degli assistiti.

Invitiamo i nostri soci e simpatizzanti a presentarci le esperienze positive di cure di comunità tramite il questionario appena diffuso.

https://www.slowmedicine.it/questionario-cure-di-prossimita/

Come Slow Medicine promuoveremo e sosterremo un modello di presa in carico delle comunità sobrio, rispettoso e giusto.

REGISTRAZIONE DEL WEBINAR